Che cos’è:
È un esame che studia le varie porzioni dell’apparato digerente (esofago, stomaco, duodeno, intestino tenue e colon) sfruttando il principio dell’opacizzazione dei visceri cavi dopo l’ingestione di un mezzo di contrasto radiopaco (baritato o iodato).
L’apparato digerente non è infatti valutabile se le sue pareti non vengono distese e, per questo, si usa il mezzo di contrasto che crea una sorta di calco degli organi man mano che progredisce lungo il tubo digerente.
Questo tipo di indagine viene anche definita “funzionale” perché, oltre a dare informazioni morfologiche sugli organi, valutata la tempistica e la modalità di transito del mezzo di contrasto negli stessi.
Perché si fa:
- Studio morfologico e strutturale dei visceri per la diagnosi di ulcere, diverticoli, stenosi, malattie infiammatorie croniche, tumori benigni e maligni dell’apparato digerente, compressioni ad estrinseco, ecc.
- Studio dinamico della peristalsi e cinetica intestinale che possono essere alterate in numerose patologie.
Ovviamente, ad oggi, le metodiche endoscopiche hanno in parte sostituito l’indicazione agli esami radiografici dell’apparato digerente grazie alla possibilità di fornire una valutazione diretta della mucosa e la possibilità di effettuare contestualmente prelievi bioptici.
Prima dell’esame:
L’esame radiografico dell’apparato digerente va eseguito a digiuno (da almeno 6-8 ore), evitando anche l’eccessiva assunzione di liquidi.
Come si svolge:
Sulla base del viscere da studiare vengono scattati radiogrammi invitando il paziente ad assumere vari decubiti (supino, prono, ortostatismo, posizione di Trendelemburg ecc.).
Il mezzo di contrasto può essere assunto con tempistiche diverse sulla base del tratto di interesse: simultaneamente all’acquisizione delle immagini (per le alte vie digestive), qualche ora prima (per lo studio dell’intestino tenue), la sera prima (per lo studio del colon).
In alcuni particolari casi può essere utile una fiala intra-muscolo di un comune farmaco antispastico per distendere meglio le pareti degli organi.
La durata dell’esame è molto variabile e dipende dal quesito diagnostico, dalle condizioni cliniche e dalla collaborazione del paziente, dai fisiologici tempi di transito intestinale.
L’esame non è doloroso e il mezzo di contrasto è generalmente ben gradito dal paziente (i preparati sono spesso aromatizzati).
Il bario è una sostanza inerte che non interagisce con la mucosa intestinale e non può essere causa di fenomeni allergici (eccezion fatta per gli aromatizzanti contenuti nel preparato).
I derivati dello iodio, invece, non vanno somministrati in soggetti con già nota diatesi allergica.
Dopo l’esame:
Non vi è alcuna prescrizione o precauzione da osservare.
I mezzi di contrasto vengono normalmente eliminati con le feci.
Nei giorni successivi all’esame non è possibile eseguire altre indagini diagnostiche addominali poiché il contenuto residuo di mezzo di contrasto intestinale può inficiarli.
Quando non si può fare:
- Nelle pazienti in stato di gravidanza.
- Nei soggetti poco collaboranti.
- Nel caso del solfato di bario se vi è sospetto di occlusione intestinale, perforazione, appendicite acuta.
Per maggiori informazioni sulle prestazioni erogate è possibile consultare la relativa sezione.