Che cos’ è:
L’esame radiologico dell’apparato scheletrico rappresenta ancora oggi, anche grazie alle base dosi di raggi X somministrate dalle nuove apparecchiature digitali dirette, l’indagine strumentale di prima istanza nello studio delle lesioni osteo-articolari di natura traumatica e non.
Il tessuto osseo è valutabile grazie al suo elevato contenuto in calcio che, per la sua costituzione chimica ad alto numero atomico, è in grado di arrestare le radiazioni X, rendendo visibili le strutture anatomiche come immagini radiopache.
La regola principale di analisi dei segmenti scheletrici è quella delle proiezioni ortogonali standard, ovvero sfruttare due incidenze perpendicolari fra loro allo scopo di ottenere una visione geometrica completa della parte esplorata.
Le formazioni ossee più complesse o sovrapposte tra di loro possono richiedere, per il loro studio, incidenze particolari (oblique, ecc.) o ripresa di piani tomografici.
Perché si fa:
Per analizzare la morfologia e la struttura delle ossa e per valutare la correttezza dei rapporti articolari. Le alterazioni che più frequentemente richiedono un approfondimento diagnostico radiologico sono i traumi recenti o pregressi (fratture, lussazioni e loro reliquati) e i processi degenerativi o neoplastici.
Prima dell’esame:
Non è richiesta alcuna preparazione specifica.
L’esame si può effettuare anche in gesso, seppur accettando una notevole perdita di dettaglio.
Come si svolge:
In base al segmento da esplorare l’esame può svolgersi in piedi, in posizione supina, prona, ecc.
Durante la ripresa è richiesta una immobilità assoluta per pochi secondi.
È possibile eseguire l’indagine anche in pazienti poco collaboranti o barellati anche se con un’ovvia riduzione di affidabilità diagnostica.
Dopo l’esame:
Non vi è alcuna prescrizione o precauzione da osservare dopo l’esame.
Quando non si può fare:
- Nelle donne in stato di gravidanza.
Per maggiori informazioni sulle prestazioni erogate è possibile consultare la relativa sezione.